
Le indagini della Procura di Avezzano, condotte dal procuratore Maurizio Maria Cerrato, hanno portato a conclusioni inquietanti sulla vicenda dell’uccisione dell’orsa Amarena. Andrea Leombruni, allevatore di 57 anni, non ha agito per caso o per paura, ma con l’intento deliberato di uccidere. Leombruni, infatti, avrebbe utilizzato cartucce artigianali, appositamente realizzate per causare il massimo danno possibile, non solo all’orsa, ma anche ai suoi due cuccioli.
Secondo la Procura, Leombruni ha sparato intenzionalmente per uccidere Amarena nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre dello scorso anno. L’accusa sottolinea la consapevolezza e la premeditazione delle sue azioni, evidenziando l’uso di munizionamento artigianale progettato per infliggere gravi danni. La crudeltà delle azioni di Leombruni è aggravata dalla mancanza di una giustificazione valida, poiché il presunto pericolo per alcuni volatili nel suo pollaio non giustificava l’uccisione dell’orsa.
Il Pericolo per la Pubblica Incolumità
Oltre all’uccisione di Amarena, Leombruni è accusato di aver creato un pericolo per la pubblica incolumità. Sparando un colpo di fucile in un’area accessibile al pubblico e ad altezza d’uomo, ha messo a rischio la sicurezza delle persone nelle vicinanze. Questo comportamento, ritenuto estremamente pericoloso, aggiunge un ulteriore livello di gravità alle sue azioni.
Amarena era uno dei simboli del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La sua uccisione ha suscitato indignazione e sconcerto non solo tra le associazioni animaliste, ma anche tra la popolazione locale e i sostenitori della conservazione della fauna selvatica. Nonostante la gravità delle accuse, Leombruni rischia una condanna relativamente leggera di due anni di reclusione e una multa. Tuttavia, la vicenda avrà anche risvolti in sede civile, con diverse associazioni ed enti, tra cui il Parco d’Abruzzo, intenzionati a chiedere un risarcimento danni significativo.
Le Reazioni delle Associazioni Animaliste
L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) ha sottolineato l’innocuità di Amarena al momento dello sparo, criticando la pericolosità sociale di individui come Leombruni a cui viene concesso il porto d’armi. L’OIPA ha anche denunciato il clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato da alcuni esponenti politici in Italia. L’associazione si costituirà parte civile nel processo, auspicando una condanna esemplare per Leombruni.
Il processo penale contro Leombruni si svolgerà con rito ordinario, su decisione dell’imputato, e non avrà rito abbreviato. La data di inizio del processo verrà stabilita dopo l’udienza preliminare davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP) del tribunale di Avezzano.
La tragica morte di Amarena ha messo in luce non solo la crudeltà dell’uccisione, ma anche le lacune nella protezione della fauna selvatica e la necessità di misure più severe per prevenire simili atrocità in futuro.
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