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La Ragioneria sconfessa Meloni, il Pnrr dei record è solo nei sogni

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Un disastro annunciato: il Pnrr che doveva risollevare le sorti dell’Italia si rivela un pantano infernale. I numeri parlano chiaro, e non sono dalla parte della Premier Giorgia Meloni. Altro che “record”: la Ragioneria generale dello Stato smonta la narrazione trionfalistica. Tra gennaio e giugno, meno di 4 miliardi spesi, con un ritmo da lumaca di 650 milioni al mese. Solo 49,5 dei 102,5 miliardi incassati sono stati effettivamente spesi. Neppure la metà!

Nonostante le celebrazioni per le revisioni del piano, il Pnrr resta incagliato. Meloni e il suo fedelissimo Raffaele Fitto hanno puntato tutto sull’accentramento di poteri a Palazzo Chigi, ma i risultati sono disastrosi. Non bastano le cabine di regia, i post sui social, e gli applausi autocelebrativi per camuffare la realtà: i cantieri sono fermi, e la spesa è al palo.

La questione ora non è più solo recuperare i ritardi, ma evitare di trovarsi a fine corsa con opere incompiute e fondi esauriti. Bruxelles non fa sconti: l’impegno deve essere rispettato nei tempi stabiliti, altrimenti i soldi non arrivano. E se non arrivano, addio ai posti negli asili nido, alle nuove ferrovie, e a tutti gli obiettivi fissati. I numeri sono implacabili: per ottenere l’ultima tranche del Pnrr, l’Italia dovrà centrare 120 target, quattro volte più di quelli necessari per la sesta rata.

Il Pil rischia di subire un duro colpo. La promessa di una crescita del 3,4% entro il 2026 si fa sempre più irrealistica. L’ultimo Def aveva già azzardato previsioni ottimistiche, ma il report della Ragioneria spegne ogni euforia. Meloni insiste con la sua propaganda, ma i numeri sono implacabili. Fitto, nonostante tutto, continua a ostentare sicurezza, ma la verità è sotto gli occhi di tutti.

A lanciare l’allarme è Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. Davanti ai dati della Ragioneria, ha capito che il burrone è vicino. “Spendete tanto e subito”, ha avvertito i colleghi. Il Pnrr a rilento significa meno Pil, e meno Pil significa guai per la prossima manovra. All’ultima riunione della cabina di regia, Giorgetti è stato chiaro: “Se non spendete quest’anno i soldi del Pnrr come previsto, dovrò rivedere al ribasso la stima per la crescita”.

Giorgetti sa che l’unica soluzione è chiedere più tempo a Bruxelles, ma la Premier non vuole mostrarsi debole in Europa. Meloni preferisce continuare con i suoi video propagandistici, mentre il Pnrr dei record si trasforma in un film horror. I cantieri sono fermi, i soldi non vengono spesi, e il tempo scorre inesorabile. L’Italia rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche e un Pnrr fallimentare.

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