
Esiste il lato nascosto della Luna, e poi c’è quello sotterraneo, composto da tunnel e cavità altrettanto misteriosi. “L’esistenza di grotte sulla Luna era stata teorizzata da oltre 50 anni, ma oggi, per la prima volta, riusciamo a darne dimostrazione, identificando una cavità direttamente accessibile dalla superficie”, conferma Lorenzo Bruzzone, scienziato del dipartimento di ingegneria e scienze dell’informazione all’università di Trento, e coordinatore di una ricerca pubblicata su Nature Astronomy.
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Luoghi da esplorare meglio
“Grotte e tunnel sono ambienti totalmente nuovi per i nostri occhi, ancora tutti da studiare”, specifica il collega Leonardo Carrer, co-autore dell’articolo. “Potrebbero esserci acqua o minerali utili, ma ne sappiamo ancora troppo poco”. Di vita nascosta sulla Luna non si parla proprio. “No, nessun indizio in questo senso” dice Bruzzone. I tunnel potrebbero però offrire ospitalità agli astronauti, visto che fra i piani futuri della NASA c’è la realizzazione di una base permanente sul satellite.
“L’umanità ha utilizzato le grotte come primo rifugio – spiega Carrer – È possibile che anche sulla Luna le cavità offrano riparo agli astronauti. Lì dentro la temperatura è stabile, mentre sulla superficie può variare tra meno 30 e più 170 gradi. La roccia lavica di basalto offre riparo dalle radiazioni e dai possibili impatti di micrometeoriti”.
Rifugio per gli astronauti
Il gruppo dell’università di Trento ha studiato uno dei circa 200 fori circolari, o pozzi, osservati fino a oggi sulla superficie della Luna. È il più grande fra quelli noti – 100 metri di diametro e 175 di profondità – e si trova nel Mare Tranquillitatis, non lontano dal punto di atterraggio dell’Apollo 11 nel 1969. A circa 400 chilometri di distanza si trova la prima impronta di Armstrong.
“Usando un radar in orbita attorno alla Luna – spiega Bruzzone – abbiamo osservato sul lato ovest del pozzo, fra 130 e 170 metri di profondità, l’imboccatura di un tunnel largo almeno 45 metri e lungo almeno tra 30 e 80. Potrebbe proseguire anche laddove non vediamo, ma questo è quello che ci indicano i dati al momento”.

La ricostruzione dell’imboccatura del tunnel compiuta da scienziati italiani
Il radar era a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter, una sonda della NASA. I dati risalgono al 2010, ma sono stati rianalizzati oggi dagli scienziati italiani, mostrando per la prima volta il primo tratto della galleria creata dall’antica attività vulcanica della Luna, durata fino a 2-3 miliardi di anni fa. “Oggi non ci sono più vulcani attivi sul satellite” spiega Carrer. “I tunnel creati dalla lava esistono anche sulla Terra, alle Hawaii o alle Canarie. Quando una colata inizia a raffreddarsi, la parte superficiale forma una crosta. Sotto invece la roccia liquida continua a fluire, lasciando in alcuni casi delle cavità”.
L’origine dei pozzi circolari
A volte il soffitto di queste gallerie può crollare. “Crediamo che sia questa l’origine dei pozzi circolari” aggiunge Bruzzone. Alcune osservazioni suggeriscono che strutture simili esistano anche su Marte. La profondità di questi pozzi, dai pendii quasi verticali e ricoperti di detriti instabili, oltre alla possibilità di nuovi crolli, rendono comunque complicata l’idea di abitare le grotte lunari.
“La cavità del Mare Tranquillitatis è profonda e ripida, ma è solo una delle tante che esistono sulla Luna” spiega Bruzzone. “Potrebbero esserci grotte più accessibili o vicine ai poli, dove sappiamo che esiste acqua ghiacciata. Sarebbe interessante organizzare una missione robotica per andare a osservare da vicino la loro forma”. Gettando luce anche su questo lato inesplorato della Luna.
L'articolo Luna, ecco il suo lato sotterraneo: tunnel e grotte potranno ospitare gli astronauti proviene da The Social Post.