
Più che come un candidato Vicepresidente, J.D. Vance sembra ragionare come futuro leader dei Repubblicani. La sua giovane età, 39 anni, fa pensare che lo stesso Donald Trump lo consideri il suo “delfino”, l’uomo da istruire per prendere il suo posto in futuro. Considerato che The Donald si avvicina agli 80, la mossa ha una sua logica. E il Senatore dell’Ohio pare aver preso molto sul serio il suo ruolo, come ha dimostrato nel suo primo discorso dopo l’insediamento. La sua oratoria è tipica di chi punta sul lato emotivo, sul coinvolgimento totale degli elettori. Soprattutto quelli appartenenti alla fascia di lavoratori che vivono nei territori che Vance, essendovi cresciuto, conosce molto bene. Così, l’uomo che affiancherà Trump se sarà eletto alla Casa Bianca, ha subito cercato una connessione profonda con i suoi elettori. “Alla gente di Middleton, Ohio, e a tutte le comunità dimenticate del Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e di ogni angolo della nostra Nazione”, ha affermato, “dico che non dimenticherò mai da dove vengo”. Un richiamo a quella classe lavoratrice reietta e abbandonata che rappresenta la più solida base elettorale di The Donald e dei Repubblicani.

Il rilancio dell’industria statunitense, d’altronde, è in cima ai programmi del partito. E per farlo, Trump e Vance hanno in mente una politica “isolazionista”, autarchica. Il Vicepresidente in pectore lo ha spiegato chiaramente quando ha citato i tre errori commessi da Biden e dai Dem: il trattato Nafta con il Messico, che ha portato il lavoro americano all’estero. Gli accordi con la Cina, che ha costruito la sua classe media a scapito di quella americana. E anche la guerra in Iraq, alla quale lo stesso Vance aveva partecipato nelle file dei Marine. La sua visione abbraccia un modello di America diverso da quello proposto in passato dagli stessi Repubblicani. E si allontana dai palazzi della grande finanza. “Basta prenderci cura di Wall Street“, tuona il Senatore. “Ci impegniamo per i lavoratori. L’importazione di manodopera straniera è finita. Lotteremo per i cittadini americani, per il loro lavoro e per i loro salari“. Un programma che in Europa verrebbe definito “sovranista” fino all’estremo. Ma la “rivoluzione” che Vance ha in mente non si ferma qui. Altri aspetti ci riguardano direttamente. Perché hanno a che fare sia con l’economia, sia con la politica estera, come fossero due lati della stessa medaglia.

Fermo oppositore degli aiuti all’Ucraina, alla quale non vorrebbe più inviare nemmeno un proiettile, il candidato Vicepresidente ha voluto lanciare un chiaro messaggio anche agli alleati della Nato. “Condivideranno l’onere di garantire la pace nel mondo”, ha spiegato. “Niente più corse gratuite per le Nazioni che tradiscono la generosità dei contribuenti americani”. Tradotto: gli Stati Uniti si sono stancati di pagare per tutti. Ogni Paese dovrà contribuire alla difesa comune. Insomma, se gli alleati vorranno contare sull’aiuto americano, sulle armi americane, sui soldati americani, dovranno pagare la loro parte. Una “bomba”, per stare in tema, sganciata sulla sonnolenta Europa delle politiche di austerity. A Bruxelles dovranno darsi una svegliata, perché con le attuali regole gli Stati europei non sono in grado di dotarsi di una difesa autonoma o di versare un robusto obolo agli Usa per essere protetti. L’America si ripiega su se stessa, nelle intenzioni della coppia di candidati Repubblicani, e lo fa per ripartire e per ritrovare le dimensioni di quel “sogno” che negli ultimi anni si è sbiadito. E se Trump tornerà allo Studio Ovale, lo farà senza guardare in faccia nessuno. Lo sdegno e i lamenti dell’Unione Europea non serviranno a nulla. Per Vance, è tempo che non solo l’America, ma anche il resto del mondo occidentale cambi marcia. Per l’Europa è suonata la sveglia, e il 6 di Novembre Bruxelles potrebbe trovarsi costretta a ripensare a tutte le sue politiche in uno scenario internazionale profondamente mutato.
L'articolo “Gli alleati dovranno pagare per il nostro intervento”. J.D. Vance, ecco come il Vice di Trump vuole cambiare l’America proviene da The Social Post.