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“Blasfemi”: pubblicità delle patatine nella bufera. Azienda pronta al ritiro

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Dopo il celeberrimo spot con Rocco Siffredi che in qualche modo fece epoca, Amica Chips ci riprova. E fa il pieno di polemiche, di nuovo. Questa volta si tocca la religione: le patatine sostituiscono le ostie consacrate per un’emergenza in monastero. Pioggia di critiche e accuse di blasfemia. Missione compiuta, purché se ne parli.
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Lo spot

In un monastero, alcune suore si avviano in fila verso l’altare per ricevere l’eucaristia. Nel ricevere la comunione dal prete, una delle suore si accorge che non ci sono le ostie da consacrare. Stacco. Il prete chiama all’eucarestia le novizie, che sgranano gli occhi, mentre si sente il suono croccante di una patatina.

Le accuse di blasfemia e la segnalazione

“È blasfema”. L’accusa per la nuova campagna pubblicitaria di Amica Chips arriva direttamente dall’Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione), che chiede “l’immediata sospensione dello spot, in quanto offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata”.


Giovanni Baggio, presidente dell’Aiart si scaglia contro l’azienda, definendo “penoso” e “blasfemo” il messaggio pubblicitario. Il contenuto è stato segnalato all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria “in quanto ‘contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale’. “Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare – continua il presidente dell’Aiart – Strappare un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità.

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